Nella mitologia greca, Sisifo è un uomo condannato a trascinare un enorme masso verso la cima di un ripido pendio. Tuttavia, ogni volta che raggiunge la prossimità della cima, vede il masso rotolare giù, a valle, costringendolo a ripetere daccapo l’intera fatica! E Sisifo, di nuovo, tenta l’impresa, ma è sempre la stessa storia, per l’eternità.
Quella passata alla storia come la “fatica di Sisifo”, sembra essere la stessa della persona che, da anni, lotta contro i suoi chili in eccesso.
Proviamo ad immaginare questa persona e diamole un nome: Giorgia.
Giorgia periodicamente decide di sforzarsi, appellandosi alla sua buona volontà, per perdere quei fastidiosi chili di troppo. Comincia a prendere tutta una serie di iniziative con l’intento di perdere peso: si rivolge ad un dietologo e si mette a dieta; si iscrive in palestra; cerca ovunque libri, articoli, situazioni che possano in qualche modo motivarla. Tante volte tutto questo si esaurisce nel giro di qualche giorno, ma qualche volta, quando il desiderio e la motivazione sono molto forti, riesce a raggiungere l’obiettivo e arriva al tanto desiderato peso-forma. Ma il successo è momentaneo e la letteratura scientifica ci conferma quello che accade la maggior parte delle volte: nel giro di qualche mese, o qualche anno, Giorgia comincerà a riacquistare peso fino a pesare di più rispetto al sovrappeso iniziale. È l’inizio di quella che viene definita la sindrome yo yo.
Infatti, chi vive in conflitto con il cibo, spesso si trova intrappolato in un loop comportamentale che lo vede protagonista di una storia che tende a ripetersi: seguire una dieta restrittiva, perdere peso, ricominciare a mangiare come prima e riprendere il peso perso, quasi sempre aumentato. Il peso oscilla su e giù in modo cronico.
Recenti ricerche dimostrano che le persone sono sempre più in sovrappeso, nonostante siano più esperte di alimentazione, leggano molti libri e seguano percorsi per essere incoraggiate e sostenute durante la dieta.
Ma allora, perché?
Perché ingrassare e dimagrire ciclicamente non è una questione fisica, ma dipende dalla mente, dai pensieri che facciamo e dalle emozioni che sperimentiamo. Per esempio, mangiare spinti da una intensa emozione (emotional eating) è un aspetto molto presente in questi individui, i quali tendono a mangiare se sono annoiati, arrabbiati, tristi e così via. E con il tempo si riesce sempre meno a distinguere il senso di fame dalla sazietà.
Attualmente, se una persona con questi problemi decide di farsi aiutare da uno specialista in prima battuta pensa al medico di base, al dietologo, al nutrizionista, ma tendenzialmente scarta la figura dello psicologo. L’aspetto psicologico passa decisamente in secondo piano, mentre è un aspetto fondamentale, anche se non il solo, di questo processo. Vediamo perché.
L’ organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ormai da tempo, ha individuato come il problema del sovrappeso e dell’obesità sia, nella maggior parte dei casi, di tipo psicologico. Non si tratta solo di conoscere i principi nutritivi degli alimenti, di sapere che l’esercizio fisico è importante, si tratta di esplorare, per conoscere, i nostri comportamenti legati all’atto di mangiare.
Siamo di fronte ad un comportamento, quello alimentare, e dunque lo specialista per eccellenza è lo psicologo. Meglio se psicologo esperto in comportamento alimentare e gestione del peso corporeo.
Rivolgersi ad uno psicologo esperto in comportamento alimentare aiuta la persona ad affrontare quegli ambiti della propria vita che solo apparentemente sono distanti dal problema alimentare: per esempio, si esplorano tutte quelle situazioni in cui ci si sente vittime delle situazioni, che portano a sperimentare un senso di impotenza nei confronti di ciò che accade quotidianamente; o ancora, si lavora sull’autostima: valgo quello che peso?
Attraverso un percorso di consapevolezza del modo di affrontare la vita e le situazioni che si presentano, si arriva a padroneggiare la propria vita e non a subirla. E questo processo di trasformazione pian piano coinvolgerà anche il modo di mangiare, aiuterà a distinguere il senso della fame da quello di sazietà, insegnerà a gustare ogni tipo di cibo senza più la paura di esserne sopraffatti, ridonerà la gioia di sentirsi liberi di decidere quanto e come mangiare.
E per la nostra Giorgia sarà finalmente una vittoria definitiva e non più provvisoria!